Igor Patruno, giornalista e scrittore. Ha esordito nel 1983 con il romanzo Passaggi (Aelia Laelia), ristampato nel 2011 da Edizioni Fahrenheit 451. Per Edizioni Ponte Sisto ha pubblicato (tra l’altro): Via Poma. La ragazza con l’ombrellino rosa (2010); I campi di maggio (2015); Le parole ritrovate. Il romanzo perduto dei ragazzi del ’77 (2017); il romanzo Sotto il cielo di Spagna (2019). Per Franco Lupetti Editore: I giorni sono sempre più brevi (2023). Per Armando Editore: Il delitto di via Poma, trent’anni dopo (2020), Il delitto di Chiavari. La strana morte di Nada Cella (2023); Via Poma. Anatomia di un delitto (2023); Chi ha ucciso Cristiano Aprile? Il delitto di Via Levanna (2024).
Giuseppe Pollicelli (Roma 1974). Giornalista, scrittore e regista, ha pubblicato numerosi libri e ha diretto con Mario Tani il film Temporary Road. (una) Vita di Franco Battiato, edito in cofanetto da La nave di Teseo in abbinamento con un libro-intervista al cantautore siciliano curato dallo stesso Pollicelli. Ha un forte legame con il suo quartiere di origine, a cui ha fra l’altro dedicato il documentario Pietralata (2014).
Marco Rinaldi, romano da 73 anni, traduttore (Nèmirovsky, Gunzig e altri), ha pubblicato i romanzi Non voglio bene a nessuno (Alter Ego 2016), e Il grande Grabski (Fazi 2017), entrambi vincitori o finalisti di premi letterari, e numerosi racconti apparsi su riviste e antologie. Divide il suo tempo tra Cracovia e Roma dopo aver vissuto in Algeria, Cuba, Polonia. Appassionato di musica, organizza house concert nella sua casa romana.
Ilaria Petrarca, romana, appassionata di scrittura e editing letterario, ha pubblicato alcuni suoi racconti in raccolte e riviste letterarie. Si occupa di scrittrici viaggiatrici per il blog donnedifettose.com. Ha girato in lungo e in largo per l’Europa ma considera Monteverde la sua casa.
Daniela Cicchetta nasce nel solstizio d’estate del 1965 a piazza dei Consoli. Scrive romanzi e racconti, insegna palestra letteraria e lettura ad alta voce. Non ha mai, nemmeno per un momento, pensato di lasciare il Tuscolano, che ama e vive come fosse un paese nel grande cuore di Roma.
Giovanni Faldella (1846-1928) fu protagonista eminente della Scapigliatura piemontese. Concettoso ed epigrammatico, come lo definì Carducci, il suo stile sembrò eccessivamen- te ardito ai contemporanei ma gli valse nel ’900 l’ammi- razione dei lettori più raffinati. Scrisse pagine e pagine di romanzi, racconti, ricordi e cronache delle quali soltanto una parte fu raccolta in volume dall’autore stesso.